domenica 7 ottobre 2012

Thank God it's October again.

Ammetto (e ho sempre affermato) di essere una persona pigra, quindi non giudicatemi. Cinque mesi da blogger inattiva li si fanno passare a tutti.

Inoltre mettete in conto che sto cercando di recuperare ora, in un momento in cui non sono minimamente ispirata, un po' perchè sono distratta dal meraviglioso panorama autunnale che c'è fuori e vorrei andare a correre per i campi come una figlia dei fiori che poi viene rinchiusa in manicomio, un po' perchè una mia certa amica svizzera mi distrae con foto di esseri umani svizzeri/inglesi che ora non sto a descrivere perchè ricadrei nel loop 
e


 ......e noi non vogliamo questo, right? Perlomeno non io, ancora sto avendo (e penso anche lei) dei problemi a riprendermi, abbiate pietà. 
Tralasciando gli uominifigherrimichenonmisifilerannomai, sono passati 5 mesi e direi che sono troppi per essere riassunti in un post, e forse troppo intensi anche solo per poterli riassumere....quindi andiamo avanti, shall we?
E' già Ottobre, il mio mese preferito in assoluto (il fatto che il mio compleanno cada proprio in questo mese è un particolare trascurabile anche se contibuisce a farlo entrare nelle mie grazie.......almeno fino a quando non arriverò ai 30 anni, dopo possiamo pure farci prendere tutti dall'alzheimer galoppante e dimenticarcene del tutto) e oggi riparto per l'università dopo tutto quello che è potuto accadere in 173 giorni (cfr. sezione 5 Months' Highlights).
Me ne ritorno nella capitale insomma, dove mi aspetta l'ultimo anno della triennale (tralasciamo anche qui le implicazioni nel dire "ultimo") e non so cos'altro.

Vabè diciamolo, è che io SO cos'altro mi aspetta (in parte...date pure la colpa alla freund Svizzera che mi svia dalla retta via), ma  non lo scrivo visto che le persone che dovrebbero esserne a conoscenza ancora ignorano il tutto e non posso rischiare di essere crocifissa prima di Halloween......e già ho rivelato abbastanza.

Questa prima settimana sarà impegnativa: ho da riprendere confidenza con i trasporti, i romani, il dialetto (perle come "m'aa stò a tajà troppo" e "a sapè ffa la scena, quarche cosa se ruspa"  non devono essere mai dimenticate), studiarmi la nuova zona a tavolino per non arrivare a perdermi nel labirinto stradale romano, familiarizzare con i mendicanti del nuovo quartiere, individuare i negoziapertifinoanottefonda indiani più vicini, trovarmi un nuovo kebabbaro di fiducia e capire quanti minuti prima devo uscire di casa per arrivare a lezione senza bisogno di esibirmi nella processione imbarazzante dell' Epico Ritardo.

Ah, dimenticavo che ho da programmare lo studio di miliardi di esami da dare a Gennaio visto il simpatico modo di come ho saltato la sessione di Settembre (sempre cfr. 5 Months' Highlights).
Ma come dico sempre io....son dettagli.

Direi che dal breve excursus sulla mia vita in questo momento, avrei diversi spunti da cui partire per un bel post moralista/sarcastico/selfdepressive/lamentoso quindi la miglior cosa da fare è......non fare assolutamente nulla. Prendete questo post come una sorta di atto di buona volontà, un po' perchè mi sento in colpa per aver iniziato per l'ennesima volta qualcosa e poi averla abbandonata (conseguenza del fatto di essere pigra, ovviamente) un po' perchè trovo che sia una specie di testamento.

Certo, perchè se non posterò più nulla d'ora in poi avrete la prova che se nella metro pensi "se ci stringiamo ci stiamo" non è detto che effettivamente l'aria sia compresa nel prezzo.

Visto che l'estate è (finalmente) finita, chiudo con una cover molto allegra, felice e spensierata dei miei cari amici Vaccini.








lunedì 16 aprile 2012

Crazy March.

Tutti sanno che Marzo è pazzerello.....no? Certo, ovvio. Chi non lo sa.
Peccato però che a volte  il "pazzerello" non si riferisca solo alle condizioni atmosferiche, come è normale pensare...diciamo che l'ho imparato a mie spese.
Dall'ultimo post è passato più di un mese e non perché non sia successo niente, non avevo nulla di cui parlare o non avevo materiale per cui lamentarmi e lagnarmi, così da urtare la vostra pazienza con blabblaggini varie. Il bello è che è proprio il contrario. Insomma, avevo troppe cose di cui discutere, lamentarmi e analizzare, tanto per dire alcuni dei miei "fini" per cui ho creato un blog, ma tralasciamole, se non le ho rielaborate fino ad ora singolarmente non vedo perché concentrarle in poche righe....e sicuramente pure più in malo modo del solito.
Quindi, in sintesi, in 30 giorni  sono riuscita a provare le più disparate emozioni, più di tutte quelle provate in un anno intero. Tralasciamo quelle peggiori, che sinceramente non ho la minima voglia o intenzione di andare a riesumare, sia per la mia sanità mentale che la vostra, anche perché, andiamo, quanti vorrebbero leggere di struggenti soliloqui su un'effimera esistenza e pippe varie?

 Mio Dio mi sono auto-intristita solo scrivendo "effimera esistenza". Figuriamoci.

Comunque, per quanto riguarda le "emozioni positive" quindi, rileggendo l'ultimissimo post di Febbraio, del 26 per l'esattezza, mi sono accorta di essere rimasta ancora all'annuncio del V-Festival e dell'eventuale presenza dei Killers.
Ora. Allora.
Faccio fatica a trovare le parole adatte, ogni volta che la mia mente si sposta su questi pensieri mi agito e la parte razionale del mio cervello sembra andare in ferie.
Avrete capito che qualcosa di importante è successo, alla fine. "Importante" per me è pure un eufemismo. Sarebbe da alzarsi a fare una standing ovation in solitaria in mezzo alla stanza, tanto per far chiedere a mia nonna se sua nipote sia del tutto normale.
Credo sia l'evento più bello di quest'anno, o perlomeno uno dei più belli, ma diamo tempo al tempo.

Andrò a vedere i The Killers.

I KILLERS.

In concerto. In Italia. In una delle mie città preferite e in una delle location più suggestive mai viste: il Castello Scaligero di Villafranca, a Verona.
Ok, contate sul fatto che per la maggior parte delle persone questa rivelazione è un nonnulla, una delle tante band che ci sono in giro che vengono in concerto....e sicuramente è così. Per gli altri.
Per me no. Come credo sia trapelato dai miei precedenti post, o dal mio carattere, o dalle mie affermazioni, dai discorsi etc per chi mi conosce di persona, questa NON E' una delle tante band. E' LA band.
Molti non si rendono conto di quello che significa per me tutto ciò, come per altri ulteriori band o artisti.  Magari la considerano una mera ossessione, e in parte è anche così, lo ammetto. Solo che si soffermano sul lato esteriore, solo sull'espressione ebete che si profila sul tuo viso quando senti dire quel nome, o dipanarsi nell'aria quella melodia o al solo pensare di andare al quel concerto...anche se sei consapevole che mancano ancora 5 mesi.

Per l'esattezza sono 137 giorni, ma son dettagli.

In fin dei conti non li biasimo, non perché abbiano ragione, ma il fatto è che anche io ero così non molto tempo fa. Per me era inconcepibile che si andasse in tilt solo perché una band (o artista) che si ascoltava annunciava la loro presenza ad un festival in Culonia. Insomma, che mi fregava? Era in Culonia no? Poi magari  anche se venivano in Italia e il biglietto costava troppo o non venivano a suonare nel raggio di 20 km non andavo neppure.
Tornerei indietro per prendermi a calci nelle costole se potessi. Quante occasioni sprecate. Oddio, meglio non pensarci.
Ora, però, come è evidente, la situazione è leggermente cambiata. Quest'anno ho in programma diversi concerti di artisti che amo, e non potrei essere più eccitata e felice allo stesso tempo. Ogni volta che prendo in mano i biglietti che custodisco gelosamente in un cassetto, ho scariche di adrenalina. Non vedo l'ora di potermi mettere in fila e aspettare pazientemente che i miei beniamini salgano sul palco, poter provare quelle emozioni che solo la musica può far nascere. 
L'unico lato negativo, se posso chiamarlo così, è di aver scoperto troppo tardi di questi meravigliosi doni, questi gioielli che delle persone straordinarie ci regalano grazie alla loro creatività musicale.
Dopo, che la loro "creatività" sia apprezzata, criticata da alcuni, amata o odiata da altri è una delle poche certezze della vita, ma, come si dice.....il mondo è bello perché è vario, no?
E poi è sempre bello sapere come le cose possano cambiare da un giorno all'altro, magari dal momento in cui si ascolta distrattamente una canzone in macchina.
Perché per me è stato proprio questo il punto di svolta, ascoltare "Read my mind", la canzone che ha cambiato (e questo posso dirlo con tutto il cuore) la mia vita. Da quell'ascolto in auto che credevo superficiale, mentre si cercava rifugio da qualche parte per passare quelle 5 ore che avremmo dovuto spendere a scuola, su quei banchi che le bidelle pulivano ogni era glaciale, non sono più stata la stessa persona. Da quel momento, gradualmente ma costantemente, sono avvenuti dei cambiamenti che mi hanno portato a rendermi conto che stavo diventando una persona differente. E continuano ad avvenire tutt'ora. Non so dire quali siano esattamente, dove mi porteranno alla fine, cosa ne faranno di me, ma credo fermamente che fino ad ora abbiano migliorato ciò che ero e che continuano a farlo man mano che vado avanti con la mia vita.
Non ho certezze in merito, lo so, si tratta solo di istinto, ma tutto quello che posso fare è fidarmi almeno di quest'ultimo. Oppure no?

Insomma, can you read my mind?



domenica 26 febbraio 2012

Attesa assassina.

Stranamente mi sono messa a scrivere un altro post dopo nemmeno 24 ore dall'ultimo, il che, permettetemelo, mi fa meritare un'auto-pacca sulla spalla e una vigorosa auto-stretta di mano.
Tralasciando la mia demenza, volevo un attimo concentrarmi su che giorno è questo. Il 26 Febbraio. (credo...insomma ho dormito poco, bevuto troppi caffè e non capivo che giorno della settimana  fosse fin quando non ho controllato il calendario).
Una semplice domenica? Il giorno più importante per i cristiani? Domenica in cui Laura scoprirà se il pesto pronto che ha comprato sia commestibile? Uno dei tanti giorni di fancazzismo degli impiegati della posta?
No, è il giorno dell'ultima speranza di sapere se i The Killers (a questo punto dovreste aver capito che non è una delle tante band per la sottoscritta) si degneranno di uscire dal loro bozzolo "creativo" (e deve essere di una creatività spaventosa, visto che è da quasi un anno che sono in studio, a fare poi che mi chiedo, manco lo stessero costruendo) almeno per questa estate, prima di pubblicare il loro quarto album, che, detto francamente, mi sembra pure ora che lo sputino fuori, la nostra pazienza seppur tendente all'infinito, fidatevi che un fondo ce l'ha.

La mia non credo, ma quelli son dettagli.

Insomma, sono passati 4 anni da Day&Age (l'ultimo loro album)....no, dico, vogliamo riposarci un altro po'?
Che poi, "riposarci".......parola ambigua, vero?
No.  Sono quelli che hanno un vocabolario personale, in cui le parole acquistano un significato tutto particolare a seconda delle loro esigenze, ovviamente......cazzo 3 componenti su 4 (grazie al cielo di Dave ci si può sempre fidare), no dico, TRE, hanno realizzato un progetto solista.
Are you fucking kidding me?
Invece di andare giocherellando con questi esperimentini solisti (per quanto abbia apprezzato particolarmente quello di Ronnie, Big Talk, se li potevano tranquillamente evitare, sopratutto quel galletto di Brandon col suo Fenicottero), voglio dire, tutto questo sbattimento non poteva essere canalizzato, che so, in un lavoro di gruppo?
No.
Hanno preferito stressarci la vita con sporadiche performance sempre stile scalettavincentenonsicambiaancheseèquattroannichelafacciamo, dichiarazioni generanti vane speranze , insignificanti foto di apparizioni pubbliche (per quanto apprezzate, però, sempre insignificanti rimangono), interviste inconcludenti, se non atte solo a farmi svegliare alle 7 sotto Natale per sentire un certo coglioncello dire che una delle canzoni è Battle Born e che l'album uscirà o in estate o in autunno.

No, dico,  stiamo scherzando ?

Mi sono svegliata alle 7, sorbita della discutibilissima musica (la quale Zane Lowe sembra godere nell'alternare a quella ottima, sì, perché la mattina si fa così a Londra, se non ti sparano una "tunzTUNZtunzTunz" nelle orecchie tra una canzone decente e l'altra, non riesci a rimanere sveglio) per ascoltarti, senza contare i giorni precedenti all'intervista in cui si fantasticava su date o almeno informazioni leggermente rilevanti, per poi sentimi dire che "Sì, stiamo lavorando su un nuovo album blablablabla fuori primavera-estate blablablabla inverno, *risata awkward*  presto in UK blablabla nuova canzone blablabla *altra risata awkward* BLA"
Poi una povera ragazza non dovrebbe tradirli con White Lies, Franz Ferdinand, The Black Keys, The Vaccines, e chi più ne ha più ne metta, anche perché bisogna fargliela pagare in qualche modo a quei trogloditi, che anche se sentono solo la parola "PC" vanno in un loop mentale scatenato dalla profondo terrore innato verso la tecnologia.
Se non fosse chiaro, sì , fanno schifo in quanto a comunicazione con i fan.
Sì, lo so, neanche sanno della nostra esistenzablabla, ma illudiamoci di farli rodere, a questo punto è una questione di vita o di morte.

E quindi, avendo un po' riassunto una piccola frazione della quotidiana frustrazione che ci ritroviamo ad alimentare noi fan di questi 4 assassini (non è mica un caso che ci si chiama Vittime, vi pare?) ritorno al punto iniziale. (ho un po' divagato, ma sopportatemi, sto arrivando al punto)
Insomma, oggi,  Domenica 26 Febbraio 2012  alle ore 21 (per l'UK, per noi in Italia credo siano le 22) si saprà se finalmente i K parteciperanno ad un festival, per la precisione, il V-Festival, che si svolge in Culonia (anche detto Staffordshire, o se preferite Essex).
Verrebbe subito da pensare "cavolo ma si trova in UK...come fai?"
E' una risposta che richiede diversi punti:
1) Fosse semplicemente UK andrebbe pure bene.........ma ricordatevi che è il Culonia;
2) La conferma della loro presenza rappresenta principalmente una maggior speranza che facciano altri concerti in Europa (e magari pure in Italia *coff*);
3) Nell'eventualità che il secondo punto non si verifichi, mi spiace, ma credo mi dovrete venire a ripescare con le reti da tonno nei meandri dei fanghi inglesi;
4) E....sì, ormai la mia fissazione è arrivata a tal punto che mi porta  anche a considerare di andare ad un festival in cui la prospettiva di morte più favorevole sia rimaner stritolata dalla folla in delirio o essere ingurgitate dagli infidi fanghi sopracitati.

Quindi, in conclusione: sono rimaste solo poche ore alla grande "rivelazione", alias "Grandi Speranze" (perdonami Charles) e se non annunceranno il loro nome potrò finalmente ricadere nello sconforto profondo, sognando intensamente di acquistare un biglietto per Las Vegas al solo scopo di avere l'immensa soddisfazione di prendere personalmente a calci quei 4 sederi americani.

E farmi un giro nel Gran Canyon dato che ci sono.





Un (eventuale) bel modo di morire.














sabato 25 febbraio 2012

Thoughtless cooking.

Grazie alle diverse persone che direttamente (o indirettamente) mi hanno giustamente ricordato che anche io possiedo un blog,  la mia coscienza mi ha bacchettato fino a quando non mi ha costretto cliccare su quel tasto in alto a sinistra, sì, proprio su quel "nuovo post" che molto spesso e volentieri porta i miei scritti a marcire nella categoria "bozze".  Ebbene, mi sono resa conto che è quello il limbo dei miei sproloqui nemmeno più tanto periodici che sempre più spesso vengono dimenticati dalla sottoscritta.
Tralasciando le innumerevoli autocritiche che avrei già pronte per essere sparate fuori in un'infinita lista impregnata di acido sarcasmo, vorrei iniziare a parlare di cibo.
Passare da un tema come il maltrattamento dei post a parlare di beni alimentari non è il top, ma chissene, è un blog, posso fare quello che mi pare. asdfghjklòkjhgfdxzcvnmoòefghj visto?

Cibo. Andiamo, argomento invitante no? Ne parlo non perchè voglio sostituirmi all'insuperabile, carismatica, bravissimissimablablabla sorella della Parodi (tanto mi ha conquistato che addirittura non ne ricordo il nome) consigliandovi qualche velocissima, praticissima e sanissima ricetta per stupire voi e i vostri ospiti.
Per tutti i Gordon Ramsay del mondo, per carità. 
Volevo solo parlare di quello che rappresenta il cibo per me. Insomma, non proprio il cibo nel senso stretto del termine, diciamo piuttosto i modi in cui cucinarlo.
Anche perchè in senso stretto direi solo che è uno dei miei passatempi preferiti. E il motivo per cui non assomiglio a Kate Moss. Comunque.
Sì perchè non avendo nulla di meglio da fare della mia vita da "studentessa" oltre che pensare a quando torneranno i 4 sguatteri di Las Vegas (il che, per quanto possa impegnarmi a struggermi, con atroci sospiri, e finti musi lunghi nei loro confronti annessi, non va ad occuparmi tutte queste energie) per rilassarmi e trovare pace agli affanni della vita (e qui una risata sarcastica ci sta tutta) io ho la brillante idea di cucinare porcate come se non ci fosse un domani.
Ovviamente non mi dedico a cercare isalatine alternative, o cucinare pesce, verdurine o cose varie, no.
Io sono una di quelle persone che quando cucina deve far ingrassare i suoi commensali minimo di 5 kg non appena il loro sguardo sfiora anche solo i fornelli, altrimenti non è in pace con se stessa.
Con questa premessa non vi dico quello che ho cucinato nel finesettimana in cui si è scatenata la bufera di neve, la stessa che ha occupato le prime pagine dei quotidiani e il posto d'onore come notizia d'apertura dei telegiornali (tutti apparte quello di Studio Aperto, lì le zinne della Ferilli non cedono il posto a nessuno), al cui confronto l'era glaciale era una semplice brezza estiva.
Chiusa in casa, murata viva da centimetri su centimetri di neve, con tutto quel burro, panna, farina e cioccolato che mi guardavano pietosamente dallo scaffale: insomma, non potevo lasciarli impunemente a marcire nella dispensa. Cavolo due giorni al buio mi sono sembrati pure troppi.
Quindi, alla fine, non ho resistito e mi sono messa a elaborare nuovi modi di unire tutti quei meravigliosi ingredienti, sfornando plum cake, ciambelloni, pan di spagna, creme, bomboloni alla crema e alla marmellata. Il tutto nello stesso pomeriggio in cui feci anche la pizza.
Ah, e una torta ai frutti di bosco.
E il polpettone.

Ora credo di aver capito perchè mio fratello un po' mi odia quando ritorno a casa.

Comunque, in tutto questo delirio culinario, la cosa che volevo sottolineare era non che sono una cuoca ossessiva-compulsiva (almeno non ancora....ma ci arriverò, confidate), ma l'effetto benefico che questa semplice attività ha su di me.
Si mangia la cioccolata quando si è tristi? Io la sciolgo nei dolci. Si mangia la pizza? Io la impasto.
Diciamo che attentare alla mia linea ( e non solo la mia) , mi rende spensierata, perlomeno in quell'arco di tempo in cui i dilemmi della vita si riducono a "Ci vorrà ancora zucchero? Farina ne  è abbastanza? Forse è meglio mettere un altro uovo? Che dici 280° è troppo?"

E....sì, per la cronaca, 280° è troppo, a meno che mentre sei in cucina ti diletti anche nella metallurgia.

E poi, messo il tutto in forno, posso ricominciare pure a struggermi.
Inserisco iTunes in shuffle e mi libero la mente. Inizio a sbattere, girare, frullare, amalgamare, infornare, mentre magari cerco di cantare insieme a Brandon......con l'unico risultato di sembrare un'oca spennata.

Ma tanto.....se non mi sente non mi può ripudiare, no?



Vi lascio con una delle canzoni che mi divertivo ad interpretare mentre avevo cioccolata fin sopra i capelli. 








martedì 10 gennaio 2012

Kraken

Questo è il primo (e credo pure l'ultimo) post che pubblicherò dal cellulare. Perchè? Perchè in questo preciso momento sarei dovuta stare distesa a contemplare, ed imparando a memoria, il mio libro di kanji giapponesi ma , MA, fregandomene altamente dei buoni propositi impostimi dal mio cervello, ho preso il cellulare e tra una controllata a twitter e facebook (dove non avete nemmeno idea di cosa succeda (cfr. il titolo) , ma questi sono dettagli) mi sono decisa a scrivere due righe.
Così, tanto per, tanto saranno piene di inesattezze, errori, frasi sconnesse, chi più ne ha più ne metta, anche perchè non ho voglia di starmelo a rileggere e correggere, non avete idea di quanto sia scomodo e rompiballe fatto dal cellulare.
Quindi capirete che equazione post-cellulare non è molto salutare per la mia vita di studente (quando mi ricordo di esserlo).
Comunque. Niente, non ho nessun punto da sostenere ne da evidenziare, volevo solo rendervi partecipi del mio fancazzismo.
Al massimo vi lascio con una foto del mio cane (o cagna, se vogliamo proprio essere pignoli e badiamo all'italiano corretto) che senza se e senza ma è l'unica cosa degna di nota di questo post.

sabato 31 dicembre 2011

Why do we keep counting?

Bene bene bene. Rieccomi. Non che presuma qualcuno di un fantomatico "voi" abbia sentito la mia mancanza, ma comunque sappiate che sono tornata.
Non tornata tornata, insomma,  oggi niente pippe mentali, discorsi esisteziali o quello che faccio di solito, cioè deprimermi da sola.
Diciamo che oggi voglio semplicemente scrivere un po', è molto tempo che non lo faccio, voglio solo sfogare un po' della mia vena creativa lasciando un qualche scritto da qualche parte in questo oceano cybernetico, senza troppe pretese ecco.
Allora iniziamo. Cioè, INIZIO.
E' il 31 Dicembre, l'ultimo pomeriggio del 2011, un FREDDO pomeriggio, seppur stupendamente illuminato dal sole che amo più di tutti, quello invernale.
Vediamo.
Sono qui in cucina che ascolto musica mentre mia madre mette a bollire le patate per il purè che accompagnerà il cenone di capodanno e contemporaneamente guarda un qualche cartone animato su Trilly. Sì, un cartone sulla spocchiosissima fatina (solo a me stava antipatica?) di Peter Pan.
Dopo questa descrizione inutile dell'ambientazione in cui mi trovo a svolgere il mio "lavoro" da blogger (dai con questo sono arrivata a 4 post, mi ci posso chiamare no?), mi pare doveroso dire una cosa fondamentale ma che puntualmente mi dimentico di dire: Buon anno!
Bene, felici? L'ho detto. Buon anno. Quanto odio dirlo.
Non perchè sia una cosa brutta, e nemmeno perchè io sono il Grinch delle feste (anzi non sapete quanto le ami le feste), ma semplicemente perchè la maggior parte delle volte lo si dice senza pensare, solo perchè è capodanno, finisce un altro ciclo di 365 giorni (366 l'anno prossimo) e allora si DEVE augurare un buon anno a tutti, ai passanti, ai baristi, ai negozianti, ai cani, anche alle zanzare.
Non so, la percepisco come un'idiozia (quando lo si fa con leggerezza), insomma, ma veramente ci interessa se qualunque persona random abbiamo davanti abbia un fantasmagorico anno? Una routine tanto scema quanto quella del dire sempre "Buon Natale" a tutti.
Perchè? Buon Natale cosa? E non ditemi che tutti voi festeggiate il Natale come la sacrissima nascita di Gesù.

Quest'anno sulla timeline di Facebook c'erano più "Auguri Gesù" e "Buon compleanno Gesù" che i sempreverdi "Vado a fare la doccia".
Ma come siete ORIGINALI, proprio simpatici guarda. Grasse risate.

Dopo aver appurato l'ironia molto fine, acuta e anticonformista delle persone che popolano facebook, vorrei sapere: ma veramente? Veramente voi (o perlomeno la maggior parte) quando pensate al Natale gli conferite un significato profondo? Più profondo del piatto di leccornie che vi trovate davanti a partire dal 24 Dicembre proseguendo fino al 6 Gennaio? Oh andiamo.
Il "Buon Natale" si può tranquillamente tradurre alla meglio con "Buon strafogo in famiglia" e "Che tu riceva bei regali", con le dovute eccezioni.
Ovviamente dopo ci sono sempre le "persone a modo" (come le chiama mia nonna) che credono nella Santità del Natale, vanno a messa, pregano, si confessano, non bevono, non fumano, non dicono parolacce, regalano tutti i loro averi ai poveri, si fanno suore-preti, insomma, conducono una vita ineccepibile; poi ci sono le persone come me che a confronto sembrano dei troll figli di Satana, brutti, cattivi, inaffidabili scapestrati, insomma dei "minchioni" (sempre grazie alla gentile concessione di mia nonna) che invece non vanno a messa, non credono nel Natale ma che comunque si godono le feste.
Oh, non è mica colpa mia se l'hanno resa festa nazionale.
Io posso annoverarmi molto tranquillamente e con buona pace della mia anima (che in teoria non dovrei avere visto che sono una "michiona", ma son dettagli) tra coloro che non credono nel Natale dei senso antico del termine (sì perchè ormai  ora come ora ben pochi hanno ancora una concezione religiosa di questo compleanno), ma lo considerano un'occasione per stare in famiglia, mangiare, ripensare all'anno trascorso, mangiare, decorare l'albero, bere, stare con gli amici, mangiare, ricevere i regali, mangiare. Ah, l'ho forse detto mangiare?
Che dire, sono colpevole di godere di una festa in cui non credo, ma mi va bene così. Non ritengo nemmeno di essere ipocrita perchè tutti sanno benissimo come la penso e come la vivo....poi non faccio niente di male.
Insomma, in fin dei conti faccio dono della mia "inestimabile presenza" e "giovialità" a chi mi sta intorno mentre mi barcameno tra l'azzannare una panettone, un cosciotto di tacchino e un pezzo di torrone. E' un lavoro ingrato, lo so, ma qualcuno lo deve pur fare.
Comunque....ecco, non ho fatto un discorso che inserirei tra i "Post di Laura più riusciti"  ma in fin dei conti un discorso è. Più o meno. Più meno che più.  Dai usate un po' di immaginazione, su.

Che altro aggiungere.....sono passate due ore dall'inizio della stesura di queste quattro frasi in croce e ho perso l'ispirazione.
Andiamo con po' di notizie random che fanno sempre bene: ho mangiato un panettone in un giorno (da sola), a Natale ho cucinato un tacchino con la febbre, ho mangiato un torrone intero un altro giorno, sono ingrassata (non ve l'aspettavate vero?), ho visto "Capodanno a New York" ( lo so, sono bravissima a vergognarmi da sola) , non ho fatto una cippa per quanto riguarda fronte studio (anche questa una notizia molto sorprendente). Bene. Credo basti.

Comunque, a parte tutto, voglio augurare buon anno. Buon anno, ma solo a chi dico io. AH. Vi pareva eh? Ho già bene in mente le persone a cui auguro vivamente e sinceramente di passare uno stupendo anno, che sicuramente non sarà privo nè di alti nè di bassi, ma che  questi ultimi si possano superare tranquillamente, fino a scivolare senza rendersi conto verso il prossimo Natale, il prossimo Capodanno e quindi il prossimo anno. Tanto è sempre così, no?
Continuiamo a festeggiare il passaggio dal vecchio al nuovo, augurandoci sempre le stesse cose ogni volta, sapendo esattamente che dopo 365 giorni ci ritroveremo allo stesso punto, senza che un semplice passaggio tecnico da un anno a un altro, da una decade alla successiva cambi le cose.
Alla fine quello che influisce su di noi non è lo scandimento di giorni, mesi, anni, che sono comunque già prestabiliti da qui all'eternità e che non facciamo altro che accettare, insomma, chissenefrega se siamo nel 2011, nel 1990 o nel 2364? Lo trovo solo un modo utile per capire quanti anni si deve aggiungere a quelli che si porta chiunque essere umano (ammesso che non sia un vampiro sbrilluccicoso) sul groppone. Alla fine non mi importa se è Natale, Pasqua, Ferragosto o Capodanno, non cambia nulla, so che queste scansioni ci sono e le accetto, ma appunto perchè so che ci sono, perchè me ne devo preoccupare tanto?
Per dirla con i miei adoratissimi Killers..... "If all of our days are numbered...Then why do I keep counting?"


All'anno prossimo!

mercoledì 7 dicembre 2011

Let us be young!


Sono passati diversi giorni dall'ultima volta che sono stata ispirata da qualcosa tanto da mettere qualche pensiero per iscritto. Sì, insomma, non che non ne abbia avuti, ma sapete, non credo vi possano interessare  molto le mie considerazioni random sui passanti o su come ho riscoperto di odiare profondamente i maialini.
Sì, avete capito bene, odio i maialini.
Apparte quesa dichiarazione spassionata della mia insofferenza per questi animali, volevo appunto buttare giù qualche riga sul pensiero del giorno, o della settimana...o  di qualsivoglia momento mi sia venuta in mente per la prima volta questa considerazione.
Ecco, beh, stavo ascoltando i Vaccini ( o meglio, i The Vaccines, ma sapete, noi italiani tendiamo a italianizzare tutto) e mi soffermo su una canzone in particolare, Weisuit.
All'inizio, quando ancora li ascoltavo superficialemente, non mi ero mai preoccupata molto dei loro testi, su quello che volevano dire e sul significato attributo alle loro canzoni.
Forse era meglio continuare così ma, ovviamente, sono andata a cercarmi il testo per capirlo meglio, sì, perchè mi piace complicarmi la vita a volte.
La riascolto allora,  leggendo e imparando come ogni brava fan le parole, e mi sono resa conto del suo significato, erompendo in un : "Ma questo è un inno alla giovinezza!"

E' un inno sì. Un inno al periodo che credo sia il più bello e spensierato della vita di ogni essere umano. Al periodo in cui si può sognare, fare, imbarcarsi in nuove esperienze, sbagliare e poi avere ancora la forza di ricominciare tutto daccapo. Al periodo in cui si fanno errori, stupidaggini, si azzarda ancora e ancora, giustificati e motivati dal semplice dato anagrafico. Al periodo in cui si è allo stesso tempo troppo giovani per essere adulti ma troppo vecchi per essere bambini.
Ed è quello il bello.
E' quel periodo in cui non siamo ancora appesantiti dalle grosse responsabilità, quelle vere e proprie degli adulti, ma nemmeno possediamo più l'innocenza, l'ingenuità e la dipendenza dei bimbi.
Siamo dei piccoli adulti indipendenti e consapevoli, capaci, se vogliamo, tanto di far prevalere il nostro lato maturo quanto quello infantile. Semplicemente perfetto no?
Ma qual è l'unico lato negativo? Quale macchia può rovinare un quadro così sublime?
I miei cari Vaccini lo dicono chiaro e tondo:
                   
         "We all got old at breakneck speed"

That's it. Ecco l'unica fregatura.
Eccola la frase colpevole. Quella che mi ha mandato in un trip mentale infinito, che mi ha persino spinto a guardarmi allo specchio e a contare le future rughe che andranno ad appalesarsi sul mio viso negli anni a venire. A 20 anni. Normalmente le donne dovrebbero pensarci prima dei 26-30, credo.
Ma credo anche che normalmente non ascoltino i The Vaccines. 

Quindi, grazie a questi quattro bei ragazzi inglesi,  alla mia "veneranda" età mi sono ritrovata tutto ad un tratto a ricordare i "bei tempi andati" dell'adolescenza, a quando avevo 14 anni (tanti anni fa eh?) alle mie idiozie, alla mia infantilità a livelli che potevano essere paragonati a quelli odierni di Paris Hilton, sempre con la formula standard "quand'ero piccola", come se andassi a rispolverare ricordi di decenni, secoli, millenni fa.

"Eh perchè adesso sei vecchia, che te lo dico a fare!" Mi apostroferebbe mia nonna, addirittura con una certa punta di ostilità.
Ed avrebbe pure ragione.
Perchè nonostante ciò mi sento vecchia?
Bella domanda. Non credo però abbia abbastanza voglia di dargli una risposta, o forse non credo di avere abbastanza materiale su cui basarla una risposta. Diciamo solo che mi sento vecchia, a voi stabilire  o meglio, immaginare, l'arcano motivo.
Dal momento in cui mi accingo a vivere quel periodo tanto perfetto sopracitato, perchè provo questa sensazione? Dovrei essere eccitata, esaltata, felice, elettrizzata e chi più ne ha più ne metta.
Invece no. Affatto. Sono preoccupata, ansiosa, nervosa quando invece dovrei essere esattamente l'opposto, spensierata e perchè no, anche un po' leggera in quello che faccio, che c'è di male. Insomma, ho pur sempre 20 anni no? No.
Mi ritrovo a vivere in un periodo a dir poco buio per noi giovani, dove spazio non ce ne viene lasciato nemmeno per coltivare la nostra cultura, la nostra mente, tanto che la maggior parte di noi (la parte migliore, diciamocelo) se ne va, via, lontano da tutto e da tutti coloro che possano anche lontanamente rappresentare il tricolore. E io dovrei essere spensierata eh? Certo, e tu che stai leggendo questo post sei Mahatma Gandhi.
Il fatto è che vorrei , oh come lo vorrei, vivere i miei 20 anni finchè posso, perchè come dicono anche i miei Vaccini

                 "If at some point we all succumb / For goodness sake let us be young "

quindi, se dobbiamo proprio soccombere a qualsivoglia ostacolo,  meglio essere giovani, pieni di vita e volontà, così da essere in grado di rimetterci in piedi e continuare a tentare, tentare finchè non troviamo la via giusta, la nostra via. Logico no? Ma fino a quel momento (ammesso che ci sia) dovremmo anche poter  godere della nostra giovinezza, viverla e farla oggetto delle nostre sperimentazioni,  perchè diciamocelo, fare un interrail a 40 anni mi sembra un po' triste.....e poco salutare per la schiena.
Perchè dovremmo? Come possiamo essere liberi di godere della nostra, ahimè, effimera gioventù quando invece dobbiamo preoccuparci per il nostro stesso futuro? Ogni giorno vengo fatta oggetto di osservazioni del tipo "Adesso pensa a studiare e basta". "Cosa? State scherzando? Penso a studiare e basta? Ma come vi viene in mente? Cosa vi passa per la testa?!" Sono solo alcune delle domande che mi attraversano il cervello sentendo queste poche parole.
Lo so, lo so benissimo che il nostro compito da giovani è quello di dare a noi stessi una formazione, di fornirci una cultura, una preparazione, per poi essere adatti ad affrontare la vita

                    "Because time gets harder to outrun / And I'm nobody, I'm not done"

mentre noi molto spesso e volentieri ci ritroviamo impreparati, spaesati e sperduti nel mondo e nella società perchè siamo ancora troppo giovani e inesperti per capire, inserirci, abituarci ed adattarci, ancora troppo pieni della nostra sfacciataggine infantile, della nostra voglia di fare quello che ci pare e piace e troppo pieni di energie per buttarci nel mondo degli adulti, delle responsabilità e della routine,  diciamolo, in cui invece mi sembra ci vogliano gettare in pasto sempre più precocemente.
Questo ragionamento può sembrare esagerato, pessimista o surreale, ma è esattamente come io stessa percepisco il mondo che mi circonda, le persone e il mio stesso ruolo nella società, incerto e oscuro.
Data questa fitta nube di insicurezza,  incertezza che come avvolge me sicuramente avvolgerà non so quanti altri giovani, mi sento quasi in dovere di volgermi a questo "inno alla giovinezza" come a una sorta di appiglio, qualcosa che con i suoi pochi minuti di durata mi ha ricordato che tutti cresciamo, matuariamo ed invecchiamo, ed è proprio in virtù di questo che vedo la necessità di tirar fuori il meglio da ogni età, a cominciare proprio dalla più bella.
In sintesi sono arrivata alla conclusione che devo smetterla di stressarmi la mente con pensieri del tipo "Cosa farò tra 2 anni? Tra 5? E tra 10? Lavorerò? Mi sarò traferita? Avrò una famiglia? I The Killers saranno ancora insieme?" 
Non lo so, non lo voglio sapere, non ci voglio pensare. Voglio vivere il presente, non presumere il futuro. Godermi l'oggi, non angosciarmi per l'avvenire. Ci proverò, lo prometto. Ovviamente lo prometto a me stessa......ma io  lo scrivo lo stesso,  magari qualcuno lo legge e così posso illudermi del fatto che come promessa assuma più valore.
Seppur mi faccio carico con la pubblicazione di questo post di questa "buona" intenzione, non posso fare a meno di fare un ultimo appello...al tempo. Nonostante io mi impegni a non angosciarmi e a godermi la mia giovinezza, ti prego tempo: Slow it down, go easy on me....go easy on me.