giovedì 24 novembre 2011

Everyone has their own Sam's Town. Really?



"I really do hope that everyone of you has your own Sam's Town. I'ts a  place that you can go to... I guess... whether its a physical home or a spiritual home or a place where things are better there..."


Così esordisce Brandon Flowers, cantante del gruppo The Killers (non sapete chi sono? Beh i motori di ricerca che sono stati inventati a fare? Ma un immagine la metto comunque, ho sempre piacere a spulciare loro foto nel web) prima di cimentarsi nella canzone che secondo me è una delle più belle ad essere state scritte da questi assassini: Sam's Town.

E' tratta dal loro secondo album, omonimo della canzone (2006), il quale sono fermamente convinta sia il più riuscito tra tutti. L'album perfetto,  se ascoltate me.

Questa introduzione, queste poche parole quasi recitate come in un rituale (sì perchè son sicura che un discorsetto se l'era preparato), fanno parte del gruppo di tutte quelle che senti ma che non ascolti mai veramente, perlomeno la prima volta.
Una di quelle frasi, uno di quei discorsi che al primo ascolto non ti colpiscono particolarmente, le lasci accarezzare dolcemente dalla tua mente per poi metterle in un angolino buio, e queste rimangono lì, zitte zitte, aspettando solo di essere riportate alla luce.
Così restano buone buone, finchè arriva il giorno in cui,  mentre ti stai preparando un tè come fai sempre, la tua mente (infida) decide di andarle a ritirarle fuori con tutta la forza e brutalità che possiede, così da rimanere fissa come un ebete di fronte a quella tazza mezza piena, con domande in testa che avresti preferito rimanessero nel tuo subconscio. O almeno ancora per un po'.

Forse avete già capito dove voglio arrivare. Ma la domanda ve la voglio esporre lo stesso.

Davvero ognuno di noi possiede la propria "Sam's Town"? Tutti hanno un luogo, una "dimora", spirituale o fisica che sia, dove tutte le cose sono migliori di quello che sono?

Non voglio dare una risposta a questa domanda, anche perchè di risposte universali non ne ho e non ne avrò mai. Posso solo dire cosa il mio, seppur ancora inesperto, cervello di 20enne ha potuto elaborare da questa semplice ma, allo stesso tempo,  potente frase.
Chiunque potrebbe pensare che questo paradiso dell'anima sia direttamente connesso con i propri affetti, con quelli che comunque sentiamo vicino a noi stessi, e perchè no, le nostre origini, cioè quello che ci ha plasmato pian piano e ha gettato le basi di ciò che siamo.
Io purtroppo non mi trovo d'accordo con questa prospettiva. O perlomeno non per quanto riguarda il mio caso.
Per carità, le mie origini, la mia terra, l'ambiente familiare in cui mi sono ritrovata a nascere e a crescere li augurerei a tutti,  senza se e senza ma, sono pienamente grata per quello che ho avuto e per quello che mi continuano a dare. Ma non basta.
Sono sicura che l'anno scorso a quest'ora avrei certamente detto senza dubbio alcuno che questo mio luogo perfetto fosse la mia casa. Facile. Semplice. Non fa una piega.

L'anno scorso.

E' passato solo un anno, o forse giorni, settimane, chi lo sa, da quando questa sarebbe stata la mia risposta sicura e senza riserve, mentre ora mi ritrovo a chiedermi "Ma qual è la mia Sam's Town? Ne ho realmente una?" E giù a fissare la tazza mezza vuota.

Come si fa a capire quando un luogo è il "tuo" luogo, quando un concetto, una religione, un'idea, un pensiero sono quelli in cui ritrovi tutta te stessa, come se stessi guardando in uno specchio? Possibile che io non abbia nulla? O che ancora non ci sia arrivata? Non so. Tutto è possibile. Chissà.

Ora come ora, però,  non ritengo di avere una mia Sam's Town. Questo luogo è per me ancora utopico, qualcosa che mi auguro (come fa per tutti noi anche il mio caro mr. Flowers) di trovare e raggiungere, prima o poi.
Meglio prima che poi, se proprio devo scegliere.
Questo posto intangibile o non, dove sentirmi bene e a mio agio, dove posso non dover indossare la maschera che puntualmente metto su prima di uscire dalla solitudine quotidiana della mia camera, una per ogni occasione, per ogni persona, una per ogni momento.
Perchè farlo? Perchè ho il perenne bisogno di proteggermi da ciò che mi circonda,  non sentendomi mai in grado di  godere a pieno della mia personalità visto che ad ogni angolo si nascondono precetti, convenzioni, etichette, taboo e quant'altro la società è riuscita ad inventarsi nel corso di tutta la sua esistenza.

Ovviamente non si è una persona diversa ogni volta. Sono solo degli adattamenti, delle piccole modifiche, una parola non detta, un gesto evitato, un'espressione repressa che magari invece si avrebbe voluto dire e fare, ma per quanto piccole esse siano, non ti permettono di essere te stessa al 100%. 
Quindi avere un punto di riferimento, un'isola felice dove nulla può toccarti,  dove, perfino nel giorno peggiore della tua vita, riesci a scorgere un barlume di luce che penetra anche la più nera malinconia,  è secondo me un tesoro di inestimabile valore. Un tesoro che (secondo me) non si può trovare proseguendo attraverso continui e costanti compromessi.

 Come me credo (e spero) ci siano altre persone al mondo che si trovano nella stessa situazione e che magari sono  alla ricerca di questa "città" di cui parlano questi quattro signori.
Per adesso posso solo sperare che esista in un qualche meandro dell'universo qualsiasi cosa questa "Sam's Town" stia a rappresentare per me, per voi, per tutti quelli che non l'hanno ancora raggiunta.

Con questo mio dilemma dai caratteri quasi esistenziali (per me) e una tazza di tè impunemente lasciata lì a freddare, chiudo uno di quei miei post che resteranno relegati tra quelli (futuri spero) che non avranno nè capo nè coda, una semplice summa di una riflessione avvenuta in un freddo pomeriggio di Novembre, quando avrei invece dovuto leggere quelle pagine che mi ero in buona fede proprosta di studiare. 

Ah, ovviamente come potrei pubblicare questo post senza inserirvi la canzone rea di aver fatto partorire un ragionamento simile? Seppur non apprezzaste le mie "conclusioni" improbabili, godetevi almeno questo live, uno dei più emozionanti e più belli che abbia mai visto. Enjoy.








I hope one day I can see Sam's Town too, mr. Flowers.