domenica 26 febbraio 2012

Attesa assassina.

Stranamente mi sono messa a scrivere un altro post dopo nemmeno 24 ore dall'ultimo, il che, permettetemelo, mi fa meritare un'auto-pacca sulla spalla e una vigorosa auto-stretta di mano.
Tralasciando la mia demenza, volevo un attimo concentrarmi su che giorno è questo. Il 26 Febbraio. (credo...insomma ho dormito poco, bevuto troppi caffè e non capivo che giorno della settimana  fosse fin quando non ho controllato il calendario).
Una semplice domenica? Il giorno più importante per i cristiani? Domenica in cui Laura scoprirà se il pesto pronto che ha comprato sia commestibile? Uno dei tanti giorni di fancazzismo degli impiegati della posta?
No, è il giorno dell'ultima speranza di sapere se i The Killers (a questo punto dovreste aver capito che non è una delle tante band per la sottoscritta) si degneranno di uscire dal loro bozzolo "creativo" (e deve essere di una creatività spaventosa, visto che è da quasi un anno che sono in studio, a fare poi che mi chiedo, manco lo stessero costruendo) almeno per questa estate, prima di pubblicare il loro quarto album, che, detto francamente, mi sembra pure ora che lo sputino fuori, la nostra pazienza seppur tendente all'infinito, fidatevi che un fondo ce l'ha.

La mia non credo, ma quelli son dettagli.

Insomma, sono passati 4 anni da Day&Age (l'ultimo loro album)....no, dico, vogliamo riposarci un altro po'?
Che poi, "riposarci".......parola ambigua, vero?
No.  Sono quelli che hanno un vocabolario personale, in cui le parole acquistano un significato tutto particolare a seconda delle loro esigenze, ovviamente......cazzo 3 componenti su 4 (grazie al cielo di Dave ci si può sempre fidare), no dico, TRE, hanno realizzato un progetto solista.
Are you fucking kidding me?
Invece di andare giocherellando con questi esperimentini solisti (per quanto abbia apprezzato particolarmente quello di Ronnie, Big Talk, se li potevano tranquillamente evitare, sopratutto quel galletto di Brandon col suo Fenicottero), voglio dire, tutto questo sbattimento non poteva essere canalizzato, che so, in un lavoro di gruppo?
No.
Hanno preferito stressarci la vita con sporadiche performance sempre stile scalettavincentenonsicambiaancheseèquattroannichelafacciamo, dichiarazioni generanti vane speranze , insignificanti foto di apparizioni pubbliche (per quanto apprezzate, però, sempre insignificanti rimangono), interviste inconcludenti, se non atte solo a farmi svegliare alle 7 sotto Natale per sentire un certo coglioncello dire che una delle canzoni è Battle Born e che l'album uscirà o in estate o in autunno.

No, dico,  stiamo scherzando ?

Mi sono svegliata alle 7, sorbita della discutibilissima musica (la quale Zane Lowe sembra godere nell'alternare a quella ottima, sì, perché la mattina si fa così a Londra, se non ti sparano una "tunzTUNZtunzTunz" nelle orecchie tra una canzone decente e l'altra, non riesci a rimanere sveglio) per ascoltarti, senza contare i giorni precedenti all'intervista in cui si fantasticava su date o almeno informazioni leggermente rilevanti, per poi sentimi dire che "Sì, stiamo lavorando su un nuovo album blablablabla fuori primavera-estate blablablabla inverno, *risata awkward*  presto in UK blablabla nuova canzone blablabla *altra risata awkward* BLA"
Poi una povera ragazza non dovrebbe tradirli con White Lies, Franz Ferdinand, The Black Keys, The Vaccines, e chi più ne ha più ne metta, anche perché bisogna fargliela pagare in qualche modo a quei trogloditi, che anche se sentono solo la parola "PC" vanno in un loop mentale scatenato dalla profondo terrore innato verso la tecnologia.
Se non fosse chiaro, sì , fanno schifo in quanto a comunicazione con i fan.
Sì, lo so, neanche sanno della nostra esistenzablabla, ma illudiamoci di farli rodere, a questo punto è una questione di vita o di morte.

E quindi, avendo un po' riassunto una piccola frazione della quotidiana frustrazione che ci ritroviamo ad alimentare noi fan di questi 4 assassini (non è mica un caso che ci si chiama Vittime, vi pare?) ritorno al punto iniziale. (ho un po' divagato, ma sopportatemi, sto arrivando al punto)
Insomma, oggi,  Domenica 26 Febbraio 2012  alle ore 21 (per l'UK, per noi in Italia credo siano le 22) si saprà se finalmente i K parteciperanno ad un festival, per la precisione, il V-Festival, che si svolge in Culonia (anche detto Staffordshire, o se preferite Essex).
Verrebbe subito da pensare "cavolo ma si trova in UK...come fai?"
E' una risposta che richiede diversi punti:
1) Fosse semplicemente UK andrebbe pure bene.........ma ricordatevi che è il Culonia;
2) La conferma della loro presenza rappresenta principalmente una maggior speranza che facciano altri concerti in Europa (e magari pure in Italia *coff*);
3) Nell'eventualità che il secondo punto non si verifichi, mi spiace, ma credo mi dovrete venire a ripescare con le reti da tonno nei meandri dei fanghi inglesi;
4) E....sì, ormai la mia fissazione è arrivata a tal punto che mi porta  anche a considerare di andare ad un festival in cui la prospettiva di morte più favorevole sia rimaner stritolata dalla folla in delirio o essere ingurgitate dagli infidi fanghi sopracitati.

Quindi, in conclusione: sono rimaste solo poche ore alla grande "rivelazione", alias "Grandi Speranze" (perdonami Charles) e se non annunceranno il loro nome potrò finalmente ricadere nello sconforto profondo, sognando intensamente di acquistare un biglietto per Las Vegas al solo scopo di avere l'immensa soddisfazione di prendere personalmente a calci quei 4 sederi americani.

E farmi un giro nel Gran Canyon dato che ci sono.





Un (eventuale) bel modo di morire.














sabato 25 febbraio 2012

Thoughtless cooking.

Grazie alle diverse persone che direttamente (o indirettamente) mi hanno giustamente ricordato che anche io possiedo un blog,  la mia coscienza mi ha bacchettato fino a quando non mi ha costretto cliccare su quel tasto in alto a sinistra, sì, proprio su quel "nuovo post" che molto spesso e volentieri porta i miei scritti a marcire nella categoria "bozze".  Ebbene, mi sono resa conto che è quello il limbo dei miei sproloqui nemmeno più tanto periodici che sempre più spesso vengono dimenticati dalla sottoscritta.
Tralasciando le innumerevoli autocritiche che avrei già pronte per essere sparate fuori in un'infinita lista impregnata di acido sarcasmo, vorrei iniziare a parlare di cibo.
Passare da un tema come il maltrattamento dei post a parlare di beni alimentari non è il top, ma chissene, è un blog, posso fare quello che mi pare. asdfghjklòkjhgfdxzcvnmoòefghj visto?

Cibo. Andiamo, argomento invitante no? Ne parlo non perchè voglio sostituirmi all'insuperabile, carismatica, bravissimissimablablabla sorella della Parodi (tanto mi ha conquistato che addirittura non ne ricordo il nome) consigliandovi qualche velocissima, praticissima e sanissima ricetta per stupire voi e i vostri ospiti.
Per tutti i Gordon Ramsay del mondo, per carità. 
Volevo solo parlare di quello che rappresenta il cibo per me. Insomma, non proprio il cibo nel senso stretto del termine, diciamo piuttosto i modi in cui cucinarlo.
Anche perchè in senso stretto direi solo che è uno dei miei passatempi preferiti. E il motivo per cui non assomiglio a Kate Moss. Comunque.
Sì perchè non avendo nulla di meglio da fare della mia vita da "studentessa" oltre che pensare a quando torneranno i 4 sguatteri di Las Vegas (il che, per quanto possa impegnarmi a struggermi, con atroci sospiri, e finti musi lunghi nei loro confronti annessi, non va ad occuparmi tutte queste energie) per rilassarmi e trovare pace agli affanni della vita (e qui una risata sarcastica ci sta tutta) io ho la brillante idea di cucinare porcate come se non ci fosse un domani.
Ovviamente non mi dedico a cercare isalatine alternative, o cucinare pesce, verdurine o cose varie, no.
Io sono una di quelle persone che quando cucina deve far ingrassare i suoi commensali minimo di 5 kg non appena il loro sguardo sfiora anche solo i fornelli, altrimenti non è in pace con se stessa.
Con questa premessa non vi dico quello che ho cucinato nel finesettimana in cui si è scatenata la bufera di neve, la stessa che ha occupato le prime pagine dei quotidiani e il posto d'onore come notizia d'apertura dei telegiornali (tutti apparte quello di Studio Aperto, lì le zinne della Ferilli non cedono il posto a nessuno), al cui confronto l'era glaciale era una semplice brezza estiva.
Chiusa in casa, murata viva da centimetri su centimetri di neve, con tutto quel burro, panna, farina e cioccolato che mi guardavano pietosamente dallo scaffale: insomma, non potevo lasciarli impunemente a marcire nella dispensa. Cavolo due giorni al buio mi sono sembrati pure troppi.
Quindi, alla fine, non ho resistito e mi sono messa a elaborare nuovi modi di unire tutti quei meravigliosi ingredienti, sfornando plum cake, ciambelloni, pan di spagna, creme, bomboloni alla crema e alla marmellata. Il tutto nello stesso pomeriggio in cui feci anche la pizza.
Ah, e una torta ai frutti di bosco.
E il polpettone.

Ora credo di aver capito perchè mio fratello un po' mi odia quando ritorno a casa.

Comunque, in tutto questo delirio culinario, la cosa che volevo sottolineare era non che sono una cuoca ossessiva-compulsiva (almeno non ancora....ma ci arriverò, confidate), ma l'effetto benefico che questa semplice attività ha su di me.
Si mangia la cioccolata quando si è tristi? Io la sciolgo nei dolci. Si mangia la pizza? Io la impasto.
Diciamo che attentare alla mia linea ( e non solo la mia) , mi rende spensierata, perlomeno in quell'arco di tempo in cui i dilemmi della vita si riducono a "Ci vorrà ancora zucchero? Farina ne  è abbastanza? Forse è meglio mettere un altro uovo? Che dici 280° è troppo?"

E....sì, per la cronaca, 280° è troppo, a meno che mentre sei in cucina ti diletti anche nella metallurgia.

E poi, messo il tutto in forno, posso ricominciare pure a struggermi.
Inserisco iTunes in shuffle e mi libero la mente. Inizio a sbattere, girare, frullare, amalgamare, infornare, mentre magari cerco di cantare insieme a Brandon......con l'unico risultato di sembrare un'oca spennata.

Ma tanto.....se non mi sente non mi può ripudiare, no?



Vi lascio con una delle canzoni che mi divertivo ad interpretare mentre avevo cioccolata fin sopra i capelli.