sabato 25 febbraio 2012

Thoughtless cooking.

Grazie alle diverse persone che direttamente (o indirettamente) mi hanno giustamente ricordato che anche io possiedo un blog,  la mia coscienza mi ha bacchettato fino a quando non mi ha costretto cliccare su quel tasto in alto a sinistra, sì, proprio su quel "nuovo post" che molto spesso e volentieri porta i miei scritti a marcire nella categoria "bozze".  Ebbene, mi sono resa conto che è quello il limbo dei miei sproloqui nemmeno più tanto periodici che sempre più spesso vengono dimenticati dalla sottoscritta.
Tralasciando le innumerevoli autocritiche che avrei già pronte per essere sparate fuori in un'infinita lista impregnata di acido sarcasmo, vorrei iniziare a parlare di cibo.
Passare da un tema come il maltrattamento dei post a parlare di beni alimentari non è il top, ma chissene, è un blog, posso fare quello che mi pare. asdfghjklòkjhgfdxzcvnmoòefghj visto?

Cibo. Andiamo, argomento invitante no? Ne parlo non perchè voglio sostituirmi all'insuperabile, carismatica, bravissimissimablablabla sorella della Parodi (tanto mi ha conquistato che addirittura non ne ricordo il nome) consigliandovi qualche velocissima, praticissima e sanissima ricetta per stupire voi e i vostri ospiti.
Per tutti i Gordon Ramsay del mondo, per carità. 
Volevo solo parlare di quello che rappresenta il cibo per me. Insomma, non proprio il cibo nel senso stretto del termine, diciamo piuttosto i modi in cui cucinarlo.
Anche perchè in senso stretto direi solo che è uno dei miei passatempi preferiti. E il motivo per cui non assomiglio a Kate Moss. Comunque.
Sì perchè non avendo nulla di meglio da fare della mia vita da "studentessa" oltre che pensare a quando torneranno i 4 sguatteri di Las Vegas (il che, per quanto possa impegnarmi a struggermi, con atroci sospiri, e finti musi lunghi nei loro confronti annessi, non va ad occuparmi tutte queste energie) per rilassarmi e trovare pace agli affanni della vita (e qui una risata sarcastica ci sta tutta) io ho la brillante idea di cucinare porcate come se non ci fosse un domani.
Ovviamente non mi dedico a cercare isalatine alternative, o cucinare pesce, verdurine o cose varie, no.
Io sono una di quelle persone che quando cucina deve far ingrassare i suoi commensali minimo di 5 kg non appena il loro sguardo sfiora anche solo i fornelli, altrimenti non è in pace con se stessa.
Con questa premessa non vi dico quello che ho cucinato nel finesettimana in cui si è scatenata la bufera di neve, la stessa che ha occupato le prime pagine dei quotidiani e il posto d'onore come notizia d'apertura dei telegiornali (tutti apparte quello di Studio Aperto, lì le zinne della Ferilli non cedono il posto a nessuno), al cui confronto l'era glaciale era una semplice brezza estiva.
Chiusa in casa, murata viva da centimetri su centimetri di neve, con tutto quel burro, panna, farina e cioccolato che mi guardavano pietosamente dallo scaffale: insomma, non potevo lasciarli impunemente a marcire nella dispensa. Cavolo due giorni al buio mi sono sembrati pure troppi.
Quindi, alla fine, non ho resistito e mi sono messa a elaborare nuovi modi di unire tutti quei meravigliosi ingredienti, sfornando plum cake, ciambelloni, pan di spagna, creme, bomboloni alla crema e alla marmellata. Il tutto nello stesso pomeriggio in cui feci anche la pizza.
Ah, e una torta ai frutti di bosco.
E il polpettone.

Ora credo di aver capito perchè mio fratello un po' mi odia quando ritorno a casa.

Comunque, in tutto questo delirio culinario, la cosa che volevo sottolineare era non che sono una cuoca ossessiva-compulsiva (almeno non ancora....ma ci arriverò, confidate), ma l'effetto benefico che questa semplice attività ha su di me.
Si mangia la cioccolata quando si è tristi? Io la sciolgo nei dolci. Si mangia la pizza? Io la impasto.
Diciamo che attentare alla mia linea ( e non solo la mia) , mi rende spensierata, perlomeno in quell'arco di tempo in cui i dilemmi della vita si riducono a "Ci vorrà ancora zucchero? Farina ne  è abbastanza? Forse è meglio mettere un altro uovo? Che dici 280° è troppo?"

E....sì, per la cronaca, 280° è troppo, a meno che mentre sei in cucina ti diletti anche nella metallurgia.

E poi, messo il tutto in forno, posso ricominciare pure a struggermi.
Inserisco iTunes in shuffle e mi libero la mente. Inizio a sbattere, girare, frullare, amalgamare, infornare, mentre magari cerco di cantare insieme a Brandon......con l'unico risultato di sembrare un'oca spennata.

Ma tanto.....se non mi sente non mi può ripudiare, no?



Vi lascio con una delle canzoni che mi divertivo ad interpretare mentre avevo cioccolata fin sopra i capelli. 








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